La montagna dentro il mare: itinerario nel sud della Toscana

Argentario
Argentario

 

Viaggio in moto nel sud della Toscana, fra l’Amiata e l’Argentario

Testo e foto di Carlo Kiddo Nannini

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Pensare di poter sostenere di conoscere a fondo la propria Regione, specie se si tratta di una regione italiana, specie se si tratta della Toscana, può essere ritenuta senza dubbio un’utopia. Quando credi di averle già fatte tutte, le strade della Toscana e di poterti vantare di conoscere l’ubicazione, le strade di collegamento e il grado di interesse di ogni piccolissimo borghettino, ecco che un giro nato quasi senza méta ti costringe a ricrederti e dover ammettere che è un vanto quasi impossibile da sostenere. Perché poi i posti cambiano: in base alla stagione, alla condizione e manutenzione delle strade che spesso possono franare costringendoti a nuove impreviste svolte e scoperte, oppure alla valorizzazione attraverso la ristrutturazione di alcune aree.

Per questo, un viaggio da un paese quasi fagocitato dalla superstrada in via di ultimazione (forse) fra Siena e Grosseto, Paganico, fino alla penisola dell’Argentario passando dall’interno, si rivela una fonte inesauribile di scoperte. La necessità di ultimare la Siena-Grosseto è senz’altro evidente, vuoi per il consistente traffico dei transumanti dall’interno verso i bellissimi posti di mare dei dintorni di Grosseto, vuoi perché passa vicinissima a dei luoghi di una bellezza incomparabile che sembrano resistere all’assalto di ruspe e caos di transito come avvolti da una sorta di magia, e il solo uscire dalla superstrada per qualche chilometro ci fa scoprire dei paesi, delle strade, delle sterrate e dei luoghi stupendi, a volte sormontati (pensiamo alle Terme di Petriolo) dal cavalcavia. San Lorenzo a Merse, Casabianca, Casal di Pari, sono alcune di queste località che sopravvivono alla convivenza forzata chiudendosi nel loro bozzolo.

Un esempio perfetto sembra il centro storico della stessa Paganico, borgo fortificato costruito nella bassa valle del torrente Ombrone con funzioni doganali dal Comune di Siena nel tredicesimo secolo, che si attraversa percorrendo la porta Grossetana e il Cassero Senese.

Paganico, la Porta Senese
Paganico, la Porta Senese

La nostra direzione cercando di allontanarci più possibile dalla superstrada è Cinigiano e Sasso d’Ombrone, dove la strada diventa già piacevole da percorrere, deviando prima di Monticello Amiata per Stribugliano. Fatti pochi chilometri, lo sguardo rapito dal panorama verso la Valle dell’Ombrone e dalle meravigliose fattorie ristrutturate per la gioia dei turisti amanti delle escursioni, ci imbattiamo nel piccolo Borgo di Castiglioncello Bandini, uno di quei borghi che ci fanno dubitare che, altro che conoscere perfettamente la Toscana, qualcuno se li inventa la notte, questi paesini… La quiete di una strada malmessa e a dire il vero divertentissima per questo ma trafficata zero, le signore a frescheggiare chiacchierando sull’uscio che osservano i forestieri passare con la moto, i paesani che si scostano pigramente dalla carreggiata per l’inaspettato passaggio dell’equipaggio motorizzato sono piccoli piacevoli segnali che stavolta siamo passati da un posto che di turisti in moto, non ne ha visti tanti.

Chiesa di San Nicola a Castiglioncello Bandini
Chiesa di San Nicola a Castiglioncello Bandini

Proseguiamo per Stribugliano fra macchia mediterranea e piacevolissime curve decidendo di preferire dirigerci verso il mare, ancora drammaticamente lontano piuttosto che i borghi meritevolissimi di visita come Roccalbegna e Arcidosso, che ci ripromettiamo di tornare a visitare al più presto.

Proseguendo per quelle che vengono nominate indiscriminatamente “Strada del vino di Monte Cucco”, arriviamo in direzione Scansano a Murci. In realtà sono un mucchietto di case sparse lungo la SS 323, ma il posto è rinomato fra gli ambientalisti per la polemica sul parco eolico, fra i motociclisti perché la strada non larga e immersa nel verde sembra disegnata da un appassionato di guida: un tratto stupendo dove una dozzina di chilometri di nastro di asfalto lascia senza fiato anche il pilota più allenato e smaliziato. Consigliato prendere il ritmo dondolandosi fra una piega e l’altra, dove si chiede tutto a sospensioni e gomme. Meraviglioso, memorabile, imperdibile. Questo bellissimo tratto ci porta fino a Scansano, borgo medievale rinomato per il celeberrimo Morellino che si può gustare nelle numerose osterie del centro storico, affollate di turisti e motociclisti.

Scansano
Scansano

Altrettanto bello il tratto che cala fino a Pereta, delizioso borgo annunciato da un’imponente porta residuo delle antiche mura in travertino

Pereta, porta di ingresso al borgo
Pereta, porta di ingresso al borgo

Arriviamo infine a Magliano in Toscana, bellissima città arroccata su una collina circondato da alte mura, in alcune parti restaurate di recente, altre crollate e in evidente abbandono, purtroppo, circondate da quelle che sembrano transenne di infiniti lavori in corso; peccato, perché ovviamente anche questo affascinante paese merita la visita di numerosi turisti, ma potrebbe essere una delle perle delle cartoline della Toscana.

Magliano in Toscana, le possenti mura che circondano il borgo medievale
Magliano in Toscana, le possenti mura che circondano il borgo medievale

All’interno delle mura un’aria senza tempo, sonnolenta e piacevole. Locali e osterie punteggiano il centro storico arricchito da una bellissima chiesa in travertino (materiale la cui cavagione tradisce una notevole presenza di sorgenti nelle vicinanze) e imbruttito da arredo urbano da due soldi messo lì un po’ a casaccio, mortificante il tentativo di rendere giustizia alla bellezza del patrimonio storico del posto con qualche foto dignitosa.

Magliano in Toscana il centro storico
Magliano in Toscana il centro storico

In Toscana una tour non può che arrivare a tavola

Ci consoliamo riposando le gambe sotto al tavolo di una trattoria che ci delizia con un tagliere di affettati e formaggio unito all’immancabile Morellino di Scansano. Commovente.

Tagliere di affettati a Magliano in Toscana
Tagliere di affettati a Magliano in Toscana

Rifocillati a dovere senza aver abusato del conforto del Morellino, riprendiamo la marcia verso Albinia in direzione di quello che era nei nostri intenti il vero protagonista dell’itinerario, ovvero l’Argentario.

Superato il nuovo svincolo para-autostradale che ci proietta sull’istmo della Giannella, la lingua di sabbia che collega Porto Santo Stefano al continente, prendiamo il tempo di una passeggiata digestiva sulla spiaggia libera raggiungibile attraverso uno dei numerosi varchi nel boschetto di macchia mediterranea che la separa dalla strada costellata di campeggi e ristoranti. Forse perché ancora in stagione acerba, quindi poco affollata e con un bell’aspetto naturale a discapito di una cura da bagnante pissero armato di sdraie e ombrelloni, la spiaggia della Giannella ci ha accolto con un fascino suggestivo e incontaminato.

La spiaggia della Giannella
La spiaggia della Giannella

E.. no, amore, il tronco pulito dal mare nel baule della moto, purtroppo non ci sta… Porto Santo Stefano è l’anticamera di un bellissimo angolo di paradiso visitato da tanti turisti affascinati dalle bellezze del paesaggio, vissuto da una ristretta élite di fortunati nei suoi angoli più nascosti e incantevoli, che forse troppo spesso precludono insieme all’accesso dei viali privati alle bellissime ville affacciate dal mare che si possono solo intravedere dai posti panoramici, anche quello ai punti di arrivo a calette e spiaggettine, che si raggiungono così esclusivamente dal mare. E a giudicare dalle numerose imbarcazioni che godono di questo approdo privilegiato, la crisi è davvero una questione relativa.

Porto santo Stefano
Porto santo Stefano

Ma cosa ci frega a noi delle bellissime ville, delle piscine, dei giardini da sogno quando possiamo godere della compagnia della nostra motocicletta che ci permette di percorrere in breve tempo il periplo del monte Argentario da un punto di vista privilegiato?

Argentario, belvedere; isola Argentarola, sullo sfondo isola del Giglio e Giannutri
Argentario, belvedere; isola Argentarola, sullo sfondo isola del Giglio e Giannutri

La strada è davvero affascinante, spesso stretta, a strapiombo sulla costa rocciosa, con asfalto viscido e brecciolino che ci fa ringraziare la Heidenau di averci dato in prova i loro pneumatici semitassellati. Ma ovviamente non siamo qui per correre, ma per farci rapire da un paesaggio mozzafiato che in alcuni punti ricorda la Sardegna ma più montuosa, la costiera Amalfitana ma più selvaggia, l’Elba ma più affascinante e rocciosa. Uno spettacolo. Le deviazioni non sono segnate, e non è che ce ne siano molte, come se dai, non sai davvero dove sei?! Sei in uno dei posti più esclusivi del mondo, evidentemente non sei di qui. Interrompiamo queste digressioni da proletari scacciati dal paradiso terrestre per chiedere a un signore col pullover di cachemere che guida una BMW X6 che incrociamo su un ripido tornante discendente verso il mare se la strada sfonda da qualche parte. Ci risponde che arriva a Porto Ercole, anticamera di Orbetello e della Grosseto-Siena, la superstrada che ci consentirà il veloce ( e noioso ) rientro a casa, ma che poi diventa sterrata. Ok, per noi va bene, abbiamo fatto il Gs Academy apposta, che ci frega di un po’ di strada bianca? Il percorso ad ogni curva, ogni affaccio sulla scogliera sottostante con la stupenda vista degli scogli in mezzo la mare diventa più bello, formando un quadro veramente emozionante, si fa via via anche sempre più stretto e a strapiombo sul mare. Poi comincia la sterrata di cinque chilometri fino a Porto Ercole.

All'inizio della sterrata verso Porto Ercole, panorama
All’inizio della sterrata verso Porto Ercole, panorama

Diciamo subito che non è strada bianca, bensì sterrata e neanche tanto facile. Solo un minimo di esperienza di guida off road, alla guida di una F800Gs in coppia e con le borse ci ha permesso di cavarcela senza grossi patemi (o quasi): sassi smossi con fondo sabbioso, inguidature e canali trasversali, rocce che spuntano da terra. Abbiamo incontrato una coppia con una Hornet 600 la cui passeggera farà sicuramente scontare con una lunga astinenza dal sesso al proprio pilota la disagevole gita, e non so se siano riusciti a portare la moto a casa sana e salva. Raggiungiamo finalmente Porto Ercole, Orbetello e l’Aurelia, che ci riporterà sulla Grosseto-Siena, la superstrada che starà anche invadendo la pace degli abitati vicini, ma in un paio d’ore, pioggia permettendo, ci riporterà a Firenze.

A Magliano in Toscana abbiamo mangiato da La cantina di Cecco, bar vineria e qualcosa da mangià, speso 17 € in due, caffè compreso, fatto due chiacchiere col simpatico titolare, ex e futuro motociclista.

Durante questo itinerario, abbiamo utilizzato caschi modulari Caberg, stivali Forma, pneumatici Heidenau, borse dedicate Kry-o, e abbiamo ringraziato il cielo di aver frequentato il corso Bmw Gs Academy, visto che in alcuni punti della pietraia in discesa, mia moglie si sarebbe messa a piangere…

Traccia delle località dove fermarsi a dormire in Toscana: Colle val d’Elsa, Frosini, Monticiano, Roccastrada, Paganico, Cinigiano, Strabugliano, Murci, Scansano, Magliano in Toscana, Albinia, Porto Santo Stefano, Porto Ercole, Orbetello. 

Alte info: www.turismo.intoscana.it

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