Alto Salento, viaggio attraverso le eccellenze della Puglia.

Questo sito naturale è stato recentemente oggetto di lavori di riqualificazione e messa in sicurezza che lo hanno reso più fruibile e gli hanno donato un aspetto molto gradevole con una passerella realizzata in materiali moderni ma che si fondono armoniosamente con l’ambiente naturale.

Grotte di Montevicoli - Alto Salento
Grotte di Montevicoli – Alto Salento

Un percorso breve ma interessantissimo durante il quale si possono ammirare formazioni calcaree di raro fascino, caratterizzate da un colore rossastro tipico del terreno che abbiamo osservato durante i nostri spostamenti. Qui sotto la natura ci parla di lei e del tempo che scorre; ad esempio una stalattite spezzata racconta di sé attraverso i cerchi visibili sulla sua sezione, allo stesso modo in cui si può leggere l’età da un tronco d’albero tagliato.

Grotte di Montevicoli - stalattite spezzata
Grotte di Montevicoli – stalattite spezzata

Ciò che si può visitare è solo una parte delle numerose ramificazioni esistenti, di cui alcune inesplorate, ed altre che sono tutt’ora oggetto di studi speleologici.

Lungo la strada che con le sue dolci curve immerse in una vasta area ricca di ulivi secolari ci porterà da Ceglie Messapica a Carovigno, osserviamo i tronchi di queste piante monumentali: sculture naturali frutto dell’avvicendarsi delle stagioni e degli anni.

Ulivi secolari
Ulivi secolari in alto Salento

La Puglia ci ha già conquistati per i paesaggi, la cucina, le atmosfere: il suo asso nella manica è l’emozione che riesce a trasmettere. Questa terra e la sua gente sono capaci di un’accoglienza ineguagliabile.

La città di Carovigno è un insieme di viuzze e case candide che si incastrano, chiese con elementi architettonici di stili differenti e, protagonista incontrastato, l’imponente Castello Dentice di Frasso. Il castello, di origine normanna, appare come una massiccia fortificazione di forma triangolare i cui vertici sono contraddistinti da tre torri di forma diversa: una quadrata, una tonda ed una “a mandorla”.

Accoglienza al Castello Dentice di Frasso - Carovigno
Accoglienza al Castello Dentice di Frasso – Carovigno

In questa cornice suggestiva veniamo accolti da un’intera squadra di sbandieratori con tanto di banda. Un’esibizione che racconta di amore per le tradizioni popolari, della partecipazione di questi giovani alla vita della città, della voglia di renderci partecipi e di condividere con noi la passione per i propri luoghi e per la propria storia.

Sbandieratori nel cortile del castello - Carovigno BR
Sbandieratori nel cortile del castello – Carovigno BR

Durante l’esibizione rimaniamo rapiti dal momento. La musica, le bandiere rosse e blu e le coreografie si svolgono nel cortile del castello: una scenografia di scaloni, finestre, terrazzi e merlature che si incastrano tra loro a formare una vista d’insieme degna della scena di un film.

Castello Dentice di Frasso - Carovigno
Castello Dentice di Frasso – Carovigno

Intanto la mente ripercorre la leggenda della “Nzegna” ascoltata poche ore prima al Santuario della Madonna del Belvedere, una tradizione popolare e religiosa a cui Carovigno è intimamente legata e che celebra ogni anno il lunedì di Pasqua e il Martedì in città, ed il primo sabato successivo dopo la Pasqua, al Santuario.

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Santuario della Madonna del Belvedere – Carovigno

Il battimento della “Nzegna” (insegna mariana), in onore della Vergine S. Maria di Belvedere, è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione e, proprio per questo, lo sport della bandiera, di cui abbiamo avuto una splendida dimostrazione, appassiona tanto la popolazione.

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Santuario della Madonna del Belvedere – Carovigno

La leggenda narra che un Signore di Conversano, colpito da una grave malattia, sognò una Matrona vestita con un abito stellato che gli suggerì, per guarire dalla sua grave malattia, di cercare la sua immagine dipinta in una grotta della contrada di Belvedere. Durante la ricerca di una vacca della propria mandria, avvenne il doppio ritrovamento: la giovenca era inginocchiata in una cripta proprio di fronte all’immagine della Madonna che gli avrebbe donato la guarigione. Preso dall’emozione della grazia ricevuta il mandriano legò un fazzoletto colorato al proprio bastone e lo utilizzò per attirare l’attenzione dei cittadini e comunicare loro l’accaduto.

Dipinto della Madonna nella grotta del Santuario
Dipinto della Madonna nella grotta del Santuario

Il miracolo avvenne nella grotta scavata all’interno della chiesa del Santuario della Vergine S. Maria di Belvedere che si trova a pochi chilometri da Carovigno, sulla strada che conduce alla frazione di Torre Santa Sabina, sul litorale adriatico. Dal sagrato del santuario si può godere di un ampio panorama e ci si sente avvolti da una sensazione di quiete e spiritualità.

Santuario della Madonna del Belvedere - Carovigno
Santuario della Madonna del Belvedere – Carovigno

Inaspettatamente, all’entrata della chiesa, subito sulla destra, si nota una ripida scalinata scavata nella roccia che sembra condurre nelle viscere della terra. Mano a mano che si scende in questa grotta di cui non si riesce nemmeno a vedere la fine, si apre uno spettacolo davvero suggestivo. Ci sediamo a contemplare l’affresco che ritrae la Madonna e la mente torna al racconto sulla nascita della “Nzegna”. Una vecchia leggenda narra che dalla cripta dove ci troviamo, un tempo, attraversando dei vecchi cunicoli, si arrivasse dritti fino al mare.

Ed è proprio verso il mare che vi vogliamo portare ora. Accompagnati da distese di ulivi secolari, ci fermiamo presso la riserva naturale di Torre Guaceto, un’oasi WWF che si può raggiungere solamente a piedi, in bici o con il treno navetta. In questa riserva molte spiagge sono balneabili, mentre che circondano la torre e la palude sono visitabili con il divieto assoluto di entrare in acqua, in quanto comprese nell’area marina protetta.

Torre cinquecentesca - Riserva di Torre Guaceto - Alto Salento
Torre cinquecentesca – Riserva di Torre Guaceto – Alto Salento

A Torre Guaceto scopriremo una forte interconnessione tra didattica e prodotti tipici: un lampante esempio di come il rispetto per l’ambiente naturale che ci circonda possa tramutarsi in una risorsa inesauribile.

E’ grazie alla costante presenza dei volontari del WWF che custodiscono la Torre di avvistamento, garantiscono il rispetto delle regole e accompagnano i visitatori in questa area naturale, che la riserva rimanga intatta e possa essere fonte di studio costante.

Riserva naturale di Torre Guaceto
Riserva naturale di Torre Guaceto

Si può visitarte la piccola mostra informativa all’interno della torre oppure andare a conoscere le tartarughe Caretta Caretta che sono in attesa di essere reinserite nell’ambiente naturale dopo la loro riabilitazione.

Ci troviamo immersi in una splendida riserva naturale marina che confina con un parco agricolo di ulivi secolari. Ma non solo: i laghetti salmastri presenti tra la vegetazione di canne e arbusti costituisce l’habitat ideale affinché gli uccelli migratori ne possano fare tappa durante i loro passaggi migratori verso sud.

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Punta Penna Grossa – Torre Guaceto

Nella Riserva di Torre Guaceto anche l’agricoltura e la pesca sono sottoposte a regole molto rigide che tengono conto della salvaguardia della vegetazione, della fauna e che garantiscono la massima qualità del prodotto nel pieno rispetto dell’ecosistema. Fondamentale a tale scopo la collaborazione con l’organizzazione territoriale no-profit di Slow Food dell’Alto Salento (con sede a San Vito dei Normanni) che promuove l’importanza di un cibo di qualità, che racconti storia, tradizioni e cultura tipici di un territorio e che diffonda un consumo consapevole dei prodotti della propria terra.

Slow Food Alto Salento
Slow Food Alto Salento

Consigliamo ai buongustai di programmare una tappa presso l’Azienda Agricola Calemone per provare di persona alcuni dei tanti prodotti che le terre di Torre Guaceto sono in grado di regalarci.

Azienda Agricola Calemone
Azienda Agricola Calemone

Ad esempio: chi di voi sa che alle origini il pomodoro era giallo? Se ci pensiamo bene proprio il nome ce lo suggerisce: pomo d’oro. Qui si coltiva il pomodoro giallo, e il suo sapore è molto diverso dal classico pomodoro rosso che siamo abituati a mangiare.

Azienda Agricola - Riserva Naturale di Torre Guaceto
Azienda Agricola Calemone – Riserva Naturale di Torre Guaceto

Provate anche il Pomodoro Fiaschetto (presidio Slow Food) condito con l’olio extra vergine d’oliva tipico di questo territorio. Scoprirete sapori tanto diversi tra loro come diversi sono i paesaggi ricompresi in quest’area naturale.

Risaliamo ora la costa verso nord per una ventina di chilometri per raggiungere Torre Santa Sabina, particolare per la sua forma ottagonale a cappello di prete, i cui quattro spigoli sono orientati verso i punti cardinali. Una sorta di Rosa dei Venti.

Torre Santa Sabina - Carovigno BR
Torre Santa Sabina – Carovigno BR

La tradizione popolare ci racconta che il suo nome deriva da una statua di Santa Sabina ritrovata proprio nelle acque di fronte alla torre, ritrovate da alcuni pescatori del luogo. Di certo c’è che Torre Santa Sabina è la principale stazione balneare della zona.

Torre Santa Sabina
Torre Santa Sabina

La particolare conformazione rocciosa dei fondali di questo tratto di costa, la rende impraticabile alle imbarcazioni, fatta eccezione per le poche barche di pescatori, quindi ne ostacola lo sfruttamento della pesca e la frequentazione da parte di naviganti “della domenica”.

Torre Santa Sabina - Carovigno - Alto Salento
Torre Santa Sabina – Carovigno – Alto Salento

Si rimane incantati di fronte al blu intenso del mare che lambisce questo tratto di costa, il cielo impetuoso lo ha reso ai nostri occhi ancora più particolare. Madre natura si è fatta ampiamente perdonare per la giornata poco soleggiata.

Proprio in prossimità della torre vi consigliamo di fermarvi a mangiare dell’ottimo pesce fresco, non potrebbe essere altrimenti, nel ristorante Miramare di Michele. Piatti a base di pescato del giorno cucinati con semplicità in modo da far risaltare al massimo i sapori naturali. Una coccola per il palato.

 

L’Alto Salento ci sta meravigliando per la sua capacità di offrire una moltitudine di punti di interesse in grado di soddisfare segmenti diversi di domanda. Il mare, la natura, il cibo, la storia e le tradizioni. Come, ad esempio, a San Vito dei Normanni.

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