Quadrophenia cinquant’anni dopo

Seguendo le location del film Quadrophenia, siamo andati sui luoghi dei Rocker e dei Mod nel cinquantenario degli scontri. Un viaggio tra film e realtà.

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di Carlo Nannini

Un elegante abito gessato con la giacca a due bottoni, la cravatta e le scarpe Clark’s non sembrano l’abbigliamento più indicato per fare a cazzotti. Soprattutto se il campo di battaglia è una spiaggia di sassi in discesa verso la battigia, specialmente se si è dormito accampati sotto un portico, allucinati da innumerevoli anfetamine ingoiate per stare svegli a ballare tutta la notte.

Un'inquadratura tratta dal film Quadrophenia
Un’inquadratura tratta dal film Quadrophenia

Ma fondamentalmente essere un Modernist, un Mod, e’ proprio questo. Rimanere puliti ed eleganti, avere stile, in condizioni difficili.

Sono arrivati a Brighton per trascorrere il week end con l’immancabile scooter accessoriato con innumerevoli fanali e specchietti, indispensabile per spostarsi da un locale all’altro nella notte londinese, Vespa Piaggio o meglio Lambretta Innocenti. Stile italiano, vera eleganza! Ma se “saturday night it’s allright for fighting” come canterà qualche anno dopo Elton John in memoria degli scontri fra bande giovanili, molto meglio per questo la tenuta tipica dei Rockers, i ragazzi che seguono uno stile americaneggiante fatto di giubbotti di pelle, capelli impomatati e jeans. Guidano le moto inglesi, soprattutto Triumph, BSA, Norton ridotte spesso all’essenziale per le sparate sulle belle strade a sud di Londra e le lunghe soste in prossimità dei locali di ritrovo.

I rockers in viaggio nel film Quadrophenia
I rockers in viaggio nel film Quadrophenia

 

Essere un Mod oppure un Rocker, motociclisticamente parlando, è una forma di approccio mentale. I primi ricercano la comodità data dalla tecnologia a discapito dell’emozione alla guida, lo stile di una carenatura integrale e l’ignoranza verso quello che sta sotto. Il Rocker ricerca prima di tutto l’emozione di guida, la meccanica a vista, il suono dello scarico e il profumo dell’olio bruciato. Alla fine, la domanda che viene naturale è: “ma te, saresti Mod o Rocker?”

Quadrophenia, film e disco, due pietre miliari della cultura rock

La locandina del film
La locandina del film Quadrophenia

Due modi di vivere la propria adolescenza all’opposto, quelli di Mods e Rockers, che include gusti musicali diversissimi. Se i motociclisti ascoltano i classici rock ‘n roll americani, i Mods sono i cultori del nuovo rock inglese, degli Who che ne diverranno una sorta di emblema, della psichedelia ai suoi albori, della nuova musica importata dagli immigrati giamaicani che fonde soul e reggae e che deve il nome al fatto di “infrangere le luci” da quanto è potente: lo ska ( da skattered lights; Skatalight, il gruppo della celeberrima “Guns of Navarone”).

Due facce opposte della stessa medaglia che hanno in comune la ribellione verso la generazione adulta che ha ricostruito con fatica, lavoro e rigore un Paese devastato dai bombardamenti della guerra. Un rigore in cui i giovani non vogliono più riconoscersi, mettendo in discussione un intero sistema sociale, ponendo il divertimento e lo sballo come unica ragione di vita. La ricerca di un’identità, un senso di appartenenza, schierarsi da un lato o dall’altro che porterà agli scontri drammatici fra Mods e Rockers è fondamentale in età adolescenziale, ed è in sostanza il tema principale del film “Quadrophenia”. Uscito nel ’79, già in tema Mod revival, il film prodotto dal gruppo che ne ha composto quasi interamente anche la colonna sonora, gli “Who”, racconta tramite le vicende di un giovane Mod il movimento giovanile dei Modernists e gli scontri che avvennero nel maggio del ‘64 principalmente sulla costa meridionale inglese e che sconvolsero l’opinione pubblica di tutto il Regno Unito.

 

La copertina del disco Quadrophenia
La copertina del disco Quadrophenia

Una storia che parla di moto, di scooters, di bande giovanili e che definisce un’epoca, una cultura che verrà eletta successivamente a “nuova religione” che ha lasciato un segno importantissimo e al cui retaggio culturale tutt’oggi attingiamo a piene mani. Una storia, quella della primavera del 1964 che compie il suo cinquantesimo anniversario e che noi di Moto Ontheroad abbiamo voluto celebrare andando a visitare i luoghi divenuti epici grazie al film Quadrophenia che li ha immortalati.

Ci rechiamo quindi a Londra, in sella ad una bellissima BMW R1200 Gs, cominciando quella che si rivelerà un’autentica caccia al tesoro in cui la scoperta di un indizio porterà inevitabilmente a quello successivo e che ci consentirà di scoprire insieme alle locations del film, anche i luoghi simbolo del motociclismo e del movimento Mod inglese.

L'Ace Cafè a Londra
Quadrophenia cinquant’anni dopo
L’Ace Cafè a Londra

Ovviamente, la prima tappa quasi obbligata è il celebre Ace Cafè, ritrovo simbolo per ogni amante delle due ruote a motore, al quale la visita è una sorta di pellegrinaggio alla Mecca per ogni appassionato che si rispetti. Il navigatore del nostro BMW GS, impostato sull’indirizzo della North Circular Road, ci porta in mezzo ad una periferia industriale poco attraente, di magazzini sporchi e rivendite di gomme ed auto usate. Convinti di aver sbagliato le coordinate, ci scoraggiamo per aver iniziato la nostra ricerca con un passo falso, quando un paio di moto ci passano accanto. Decidiamo di seguirle e dopo un centinaio di metri svoltano per infilarsi nel parcheggio di uno stabile prefabbricato in alluminio e brutte vetrate. Solo la presenza di qualche moto sportiva e muscle car ci fa intuire che siamo arrivati davanti ad uno dei locali più celebrati dei bikers di mezzo mondo.

L'interno dell'Ace cafè
Quadrophenia cinquant’anni dopo
L’interno dell’Ace cafè

Luogo di ritrovo simbolo di generazioni di smanettoni, base di partenza per infinite sparate selvagge, ispirazione per un genere di moto, le Cafè racers appunto. Quì si organizzano continuamente raduni ed eventi di ogni genere: manifestazioni dove protagoniste sono le moto, le auto, gli scooter. Ogni pretesto è buono per fare casino, bere una quantità smodata di birra e svampare ettolitri di benzina. Di sicuro, viene da pensare, quà non danno noia davvero a nessuno e si può fare baracca a volontà! All’interno, un enorme bancone e l’immancabile shop dove si possono acquistare feticismi che celebrano il mondo delle due ruote e del Café stesso. Un deejay in consolle spara a volume altissimo uno dietro l’altro i classici rock anni ’50. In un sabato sera stranamente non affollatissimo, abbiamo modo di trovare la prima testimonianza degli scontri fra Mods e Rockers di cinquanta anni prima: una intera parete tappezzata con i ritagli di giornale dell’epoca che da sola racconta tutta la storia dei conflitti di strada, durante i quali ci furono anche dei morti, arresti, devastazioni.

Un'ointera parete dellAce Cafè è tappezzata con articoli inereti il fenomeno Rockers e Mods
Un’ointera parete dellAce Cafè è tappezzata con articoli inereti il fenomeno Rockers e Mod

Solo una maglietta dello shop celebra il cinquantesimo anniversario, mentre la commessa ci informa che non sono previsti raduni celebrativi degli eventi o manifestazioni a tema. Probabilmente “giovanotti” che oggi saranno senz’altro ultrasettantenni protagonisti di quegli episodi non organizzeranno qualcosa in memoria. In compenso ci viene segnalato un libro decisamente malconcio dove ci sono alcuni indirizzi di locations utilizzate per la realizzazione del film Quadrophenia, ritrovi dei Mods anche nel ’64.

Fra questi, catturano la nostra attenzione un paio di locali londinesi che tuttora fungono da ritrovo per i Mods, amanti più che altro dello stile vintage e dei vecchi scooter italiani. Uno è un pie’n’mash shop, luogo dove si gusta un tipico tortino di carne inglese, A. Cooke’s, che abbiamo scoperto avere tanto di sito internet (http://www.cookespieandmash.com/ ) poiché è tuttora attivo ed aperto! Più che un locale è una sorta di tavola calda dove nelle scene iniziali di Quadrophenia Jimmy, il protagonista, si ferma a mangiare dopo aver incontrato al bagno pubblico l’amico tornato dal servizio militare e diventato un Rocker.

Non possiamo in nessun modo farci sfuggire questa occasione, e decidiamo di visitare il posto la mattina successiva. Ci rechiamo quindi di domenica mattina al Cooke’s, credendo di avere sbagliato indirizzo anche questa volta, perché il navigatore del nostro Gs ci pone sotto ad un sottopassaggio in un’altra delle poche zone poco affascinanti di Londra in Goldhawk road. Restiamo qualche minuto un po’ basiti, per poi riconoscere l’insegna del pie’n’mash shop.

  A. Cookes di Londra
Quadrophenia cinquant’anni dopo
A. Cookes di Londra

Ci fermiamo a fotografare l’esterno del locale più per dovere di cronaca che altro, sicuri di non ricavarne quasi niente se non un paio di scatti da feticisti, quando veniamo avvicinati da un signore molto cortese. Ci chiede molto diplomaticamente perché diavolo stiamo fotografando una tavola calda che conosce molto bene poiché fa l’autista di autobus e passa lì davanti tutti i giorni, non è quasi mai aperta se non saltuariamente di sera e in occasione di ritrovi di numerosissimi scooteristi che si radunano lì dentro almeno un paio di volte l’anno. Gli spieghiamo che quello è uno dei luoghi simbolo dei Mods, che ci è stato girato un film, Quadrophenia (che non conosce ma conosce gli Who) e che sicuramente vede radunare tanti scooter perché sono quelli dei Mods attuali. In tanti anni, non era mai riuscito a spiegarsi perché ogni tanto qualcuno si fermasse a fotografare quel posto così sfigato, e siamo venuti a farlo noi dall’Italia. In Goldhawk dovrebbe esserci anche un locale nel che nel film funge da discoteca del quale il nostro amico non sa nulla: forse una delle location inventate appositamente per il film o estinto col tempo. Eravamo preparati anche a questo, ovviamente dopo tanti anni.

Visto che è autista di autobus gli chiediamo indicazioni sull’altro posto, a Islinghton, e come raggiungerlo. Grazie al nostro nuovo amico arriviamo presto all’altro capo di Londra, una città caotica a volte nel traffico e difficile da girare in superficie, anche per via della guida a sinistra alla quale non siamo abituati.

 

Il nostro Carlo Kiddo Nannini, con la maglietta celebrativa
Il nostro Carlo Kiddo Nannini, con la maglietta celebrativa

A Islinghton, in Essex road, ci perdiamo di nuovo d’animo perché non troviamo traccia di qualche posto che ci assomigli ad una location del film. Ormai rassegnati, guidati più che altro dall’istinto del motoviaggiatore, decidiamo di chiedere informazioni ad un negoziante di un records shop. Se qualcuno è lì da abbastanza tempo da aver visto dei ritrovi di Mods o anche solo girare un film, quello è il signore anziano nascosto dietro la pila di vinili. Il simpaticissimo bottegaio reagisce con amichevole indulgenza alla nostra richiesta che esula totalmente dall’acquisto di dischi rivolta in un inglese un po’ tentennante. “Fuckin’ foolish italian…” borbotta aggiungendo una serie di improperi a Sua Santità il Papa che fingiamo di non intendere. Alla fine, sentendo il nome degli Who, riacquista un contegno e ci concede finalmente attenzione offrendo addirittura la propria connessione internet. Con una veloce ricerca, trova il locale in Essex road che stavamo cercando. “I know this place, sure i know it! Look, follow me!” quasi urla trascinandoci fuori dal negozio e mostrandoci un locale qualche centinaio di metri più avanti sullo stesso lato della strada che raggiungiamo in pochi minuti.

Al 4 e 6 di Essex road riconosciamo infine il ristorante che funziona da ritrovo per i Mods in Quadrophenia. Non ha più i tavoli esterni in legno ma gli stessi interni di quando è stato girato il film, con i tavoli in metallo e le panche gialle di pelle imbottite.

 

il locale in Essex Road come si intravede nel film
il locale in Essex Road come si intravede nel film

Il locale è adesso un ristorante che offre una cucina fra le più tipiche, se si può usare questo termine per un ristorante inglese, anche se contaminato da quella italiana. L’arredamento ci riporta all’atmosfera degli anni ’60, e viaggiando con la fantasia non è difficile immaginarsi i ragazzi seduti sui tavoli a programmare di fare un’incursione a bordo della Lambretta verso la periferia di Londra, dove una sconsiderata amica ha organizzato una festa in casa.

Questo locale, vero antenato di un fast food, invita a riflettere di quanta similitudine ci potesse essere nel comportamento dei Mods e dei nostri “Paninari”, che proprio nel veloce pasto consumato fuori casa trovano una forma di indipendenza dalla famiglia. Così come simile è il modo di spendere in abiti sartoriali i primi e in griffe costose i secondi, cavalcando la voglia di spendere di momenti di forte crescita economica.

L'esterno del Meat People
Quadrophenia cinquant’anni dopo
L’esterno del Meat People

Torniamo a salutare il nostro benefattore. Gli raccontiamo della nostra intenzione di visitare Brighton, città nella quale ci confessa di non aver mai messo piede. Visto che è uno dei luoghi di villeggiatura che sappiamo preferiti dagli inglesi, gli chiediamo il perché. Lui ci risponde con una smorfia e dicendo che è una città “fru fru”.

In Quadrophenia, dopo aver raccontato la vita dei Mods a Londra fra feste in casa, droghe, musica e scaramucce contro gli odiati e sporchi Rockers, si descrive la transumanza verso la costa a bordo delle Lambrette fra le belle strade della campagna inglese, e per noi che seguiamo le tracce del film, è quasi d’obbligo la visita nella città balneare. Prima però, per dovere di cronaca, raggiungiamo Margate, che è a est, vicino a Canterbury, perché proprio in quest’altra amena località balneare si svolsero i primi scontri fra i gruppi rivali.

 

La spiaggia di Brighton. sulla destra, davanti al molo in pietra, il Queens Hotel
Quadrophenia cinquant’anni dopo
La spiaggia di Brighton. sulla destra, davanti al molo in pietra, il Queens Hotel

Brighton è uno dei luoghi di villeggiatura più piacevoli, vivi, attivi e stimolanti che si possano visitare. Già dall’inizio del secolo i reali e i ricchi inglesi venivano qui a passare le vacanze, e sicuramente anche nel ’64, anno in cui ci furono la maggior parte degli scontri fra Mods e Rockers, veniva frequentata durante la primavera e l’estate vista la vicinanza con la capitale per passare il week end.

Uno degli scontri fra Rocker e Mod, nel film Quadrophenia
Uno degli scontri fra Rocker e Mod, nel film Quadrophenia

Proprio durante uno di questi fine settimana l’affluenza dei due gruppi rivali, che avevano avuto modo di scontrarsi in svariate occasioni all’Ace Café o per le strade di Londra, è sfociata nelle sanguinose battaglie delle quali abbiamo già accennato.

I Mods si ritrovano in gran numero sotto i loggiati che si possono vedere in Madeira Drive mostrando di conoscersi quasi tutti.

Il loggiato dove si ritrovano i Mod appena arrivati da Londra
Quadrophenia cinquant’anni dopo
Il loggiato dove si ritrovano i Mods appena arrivati da Londra

L’eccitazione del protagonista Jimmy e degli amici è enorme. Il senso di appartenenza a qualcosa di realmente importante è palpabile; un legame più forte di quello con la famiglia stessa, fonte solo di noia e disperazione o con la società grigia che pensa solo al produrre e al lavoro. Essere un Mod è come una religione, un credo a cui in tanti aderiscono, un modo di sentirsi speciali dentro all’uniformità dell’omologazione. Un bell’abito di sartoria, una Lambretta con decine di fanali e specchietti, una sacchettata di anfetamine, la musica giusta. Il mondo può essere molto semplice, basta esibire stile e ribellione alle regole, un po’ di soldi da sputtanare in fretta, poco importa se è la liquidazione dal lavoro appena perso e se la notte verrà passata dormendo per terra come fanno due amici di Jimmy dopo aver salutato gli altri all’uscita della sala da ballo in cui Jimmy, per mettersi in mostra davanti agli amici, ha fatto il salto dalla balconata. Si riconosce facilmente ancora il posto dove è stata girata la scena, ovvero davanti al Sea Life Centre, che anche nel ’79 era un acquario poiché di epoca addirittura vittoriana.

L'ingresso del Sea Life Centre dove nel film i Mods escono dalla discoteca e si separano
Quadrophenia cinquant’anni dopo
L’ingresso del Sea Life Centre dove nel film i Mod escono dalla discoteca e si separano

I due amici spariscono in quelle che sembrano dei tunnel, mentre si tratta di un piccolo sottopassaggio che riporta verso il lungomare, dove si trovano dei graffiti a tema musicale. Ovviamente, ci ha colpito quello dedicato agli Who, eseguito in uno dei luoghi simbolo della loro storia.

Tornando sul lungomare, ci si trova davanti al Brighton Pier, forse uno dei protagonisti del film Quadrophenia e testimone degli scontri del ’64. Si tratta di un molo molto grande che ospita fra le altre attrazioni un intero luna park e diversi ristoranti.

Il Brighton Pier
Quadrophenia cinquant’anni dopo
Il Brighton Pier

Proprio uno di questi ha in cartellone uno spettacolo dedicato al cinquantesimo anniversario Mod-Rock. Con nostro infinito rammarico non potremo assistervi. Peccato.

Il cartellone di uno spettacolo a tema Mod al Brighton Pier
Quadrophenia cinquant’anni dopo
Il cartellone di uno spettacolo a tema Mod al Brighton Pier

Il Pier è presente spesso nelle scene degli scontri e imponente nelle sequenze che vedono il protagonista solitario e malinconico fare ritorno a Brighton nelle scene finali.

Percorriamo il largo lungomare in cui i Mods gridano al mondo “we are we are we are Mods, we are Mods, we are Mods” per poi buttarsi addosso al gruppo dei Rockers che nel film stazionano davanti al Queens Hotel.

Gli scontri sono violentissimi, nella realtà, niente a che vedere con quelli riportati nel film. La battaglia verrà ricordata anche come “di Hasting” dalla località vicina celebre per lo scontro dell’esercito Normanno e inglese nel X secolo.

Gli scontri coi poliziotti davanti al Pier, rievocati dal film Quadrophenia
Gli scontri coi poliziotti davanti al Pier, rievocati dal film Quadrophenia

I Rockers erano attrezzati con spranghe di ferro e bastoni, recuperati dalla spiaggia perlopiù. I Mods, alla faccia dell’eleganza, si erano preparati infilando dei grossi ami da pesca nelle maniche dei loro parka. Centinaia di poliziotti vennero richiamati dalle località vicine ed eseguirono numerosi arresti, i partecipanti agli scontri vennero processati per direttissima e i giudici vollero dare loro delle pene esemplari per scoraggiare il ripetersi di eventi simili.

I giornali che abbiamo scovato all’Ace Cafè con articoli dell’epoca parlano di un giovane Mod ripescato in mare dopo qualche giorno, evidentemente deceduto durante gli scontri.

Per noi che ricerchiamo le location del film, visitiamo i vicoli di Brighton che adesso ospitano perlopiù negozi per turisti di ogni genere, tanto che è difficile immaginarseli teatro di scontri violenti.

Passeggiando sul lungomare ammiriamo la sagoma del West Pier, sfortunato fratello del più importante molo cittadino, travolto dalle mareggiate e distrutto da un incendio.

Un giovaniossimo Sting nella parte del leader dei Mods
Un giovaniossimo Sting nella parte del leader dei Mods in Quadrophenia

Quasi davanti, sull’altro lato della strada, un altro tassello si aggiunge alla nostra ricerca. È l’ingresso dell’albergo in cui lavora come facchino Ace, Il Mod per eccellenza tanto ammirato da Jimmy interpretato nel film da un giovanissimo Gordon Summer, in arte Sting, e che diventa per via dell’umile posizione sociale che il protagonista reputa degradante fonte, per il protagonista, della più grande delusione. Il posto in cui la Vespa di Ace è parcheggiata è rimasto identico, mentre il loggiato che si vede nel film è stato tamponato con delle vetrate.

Il luogo dove Ace, il leader dei Mod, interpretato nel film Quadrophenia da Sting, lasciava la sua Vespa.
Il luogo dove Ace, il leader dei Mod, interpretato nel film Quadrophenia da Sting, lasciava la sua Vespa.
La Vespa di Ace parcheggiata davanti al Pier
I fotogrammi finali del film Quadrophenia: Jimmy ruba la Vespa di Ace parcheggiata davanti al Pier

All’ingresso dell’albergo, un gentilissimo e cortese portiere in livrea che neanche a farlo apposta ha la fisionomia attuale di Sting, ci conferma che proprio il Grand è l’albergo in cui è stata girata la sequenza di Quadrophenia in cui Jimmy riconosce Ace in livrea, urla “facchinooo!!!” come un insulto ed esce per rubargli la Vespa.

A questo punto non ci rimane che fare come Jimmy, inseguire le sue orme, anche se a tanti anni di distanza, percorrere la bellissima strada costiera verso Eastbourn dalla quale in numerose occasioni si intravedono le celeberrime, altissime e spettacolari scogliere di gesso e arrivare fino alle Beachy Head, dove venne girata la scena finale del film. Manca in sottofondo la musica degli Who, non si può percorrere con la moto il prato che costeggia la scogliera, anche perché sarebbe davvero pericolosissimo, ma l’emozione di trovarsi davanti a questa meraviglia della natura, al di là del film Quadrophenia, è enorme.

Il west pier di Brighton
Quadrophenia cinquant’anni dopo
Il west pier di Brighton

Non poteva essere scelto un posto migliore per simboleggiare il doloroso e traumatico senso di distacco dalle illusioni adolescenziali come il salto vertiginoso di qualsiasi cosa da queste scogliere. Quadrophenia non rappresenta solo le quattro personalità dei componenti del gruppo degli Who o i quattro aspetti della vita del protagonista del film, è la perfetta sintesi della ricerca di una ragione di vita diversa da quella imposta dalla società che avviene sempre, sperimentando e assaggiando, in età adolescenziale. Tutto sta a vedere se si riesce a buttare la Vespa giù dal baratro senza starci seduti sopra. Riuscire a vivere la propria adolescenza senza andare definitivamente incontro alla rovina, ma piuttosto liberarsi proprio di quei simboli che credevamo insostituibili e che dobbiamo abbandonare per riuscire a diventare adulti.

Beachy Head
Quadrophenia cinquant’anni dopo
Beachy Head

Come nelle migliori opere psichedeliche nella loro circolarità, sappiamo come finirà la storia di Jimmy dalla scena iniziale del film in cui torna indietro dalla Beachy Head a piedi, e capiamo che solo lo scooter grigio con le poppe cromate si è distrutto, salvando chi ci stava seduto sopra, appena in tempo, prima dell’autodistruzione.

Ci affacciamo dal baratro per provare anche noi il brivido dell’altezza e rimaniamo a bocca aperta quando intravediamo un rottame, in fondo, sulla scogliera sottostante, di un mezzo a due ruote. Giusto il tempo di una rapida occhiata, non abbastanza, volutamente, per assicurarci se possa essere davvero quello di una Vespa. Alcune cose devono rimanere così, sospese, incerte, qualcosa in cui ci piace credere, da vedere più con gli occhi del ricordo e della nostalgia piuttosto che con quelli di una analisi realistica e oggettiva.

 

In Vespa sulla Beachy Head
In Vespa sulla Beachy Head

 

Ai Mods, o più spesso alla rievocazione degli scontri con i Rockers, che sono diventati sicuramente una sorta di mito collettivo e alla celebrazione dei cinquant’anni dagli scontri sono dedicati nel 2014 opere teatrali, conferenze, spettacoli e perfino un musical.

21  Beachy Head
Quadrophenia cinquant’anni dopo

Per noi, che abbiamo rivissuto le emozioni di un’opera che ha segnato una generazione di giovani a cavallo fra gli anni ‘70 e ’80 rimane l’illusione di aver partecipato in qualche modo a questa storia, a farla vivere e celebrarla.

 

 

Consigliati per pernottare:

dove alloggiare a Guildford:

Asperion Hotel 73 Farnham Road Guildford Surrey

Piccolo albergo molto carino a conduzione  semifamiliare. A due minuti dalla stazione del treno e a dieci dal centro. Parcheggio all’aperto in corte. Molto carino, pulitissimo e confortevole.

www.asperion.co.uk

 

 

dove alloggiare a Canterbury:

Adobe Hotel High Street

Bellissimo e signorile, nel pieno centro della zona pedonale di Canterbury e a cinque minuti dalla cattedrale, accessibile in moto (di solito sono tutti molto tolleranti verso i motociclisti); parcheggio gratuito coperto e custodito.

www.abodecanterbury.co.uk

 

 

dove alloggiare a Brighton:

Kings Hotel 139 Kings Road

Sul lungomare di Brighton a dieci minuti dal centro e davanti al West Pier. Parcheggio all’aperto per la moto. Un punto di partenza privilegiato al centro del mondo.

www.brightonkingshotel.co.uk

 

 

dove alloggiare a Londra:

Ibis Hotel 47 Lillie Road Earl’s Court London SW6

A dieci minuti a piedi dalla metro in un quartiere appena fuori dal centro, albergo tipico di una grande catena quindi ottimo. Simpaticissimi e disponibili i ragazzi della reception. Raccomandato da www.bike-stay.net . Parcheggio a pagamento carissimo oppure vi fate amico quello della sicurezza (un ragazzone che sembra un armadio a due ante) e vi fa mettere la moto davanti alla sua postazione. Non la tocca nessuno di sicuro.

www.ibis.com

 

Si ringrazia:

Visit Britain nella persona di Silvia Bocciarelli, per il puntuale supporto e la preziosa collaborazione

www.visitbritain.org

Per la moto:

BMW Motorrad Italia nella persona di Andrea Frignani

BMW Motorrad England per averci messo a disposizione la moto dalla quale non saremmo mai scesi

Ringraziamo la concessionaria BMW Motorrad Viner di Guildford e in particolare Darren Hodgson, che è stato superprofessionale, paziente e gentilissimo.

Per il nostro viaggio ci è stata affidata una stupenda R1200Gs color Puffo. Ha attirato sguardi ammirati soprattutto nel parcheggio dell’Ace Café e per noi è stata una compagna di avventura piacevolissima, comodissima e stabile, con un irrinunciabile navigatore satellitare, indispensabile per orientarsi nel caotico traffico inglese.

 

Abbigliamento:

Per il nostro viaggio abbiamo utilizzato caschi modulari Caberg, ormai dei compagni di avventura meravigliosi;

jeans con protezioni modello Bluster di OJ Atmosfere Metropolitane, comodissimi da indossare per le lunghe giornate di lavoro sia in sella che a passeggio per realizzare foto e riprese: davvero un ottimo prodotto;

Stivali Forma modelli Cape Horn e Simo: abbiamo messo alla prova la tenuta all’acqua, in Inghilterra non poteva essere altrimenti, li abbiamo portati ovviamente dalla mattina presto alla sera tardi e si sono dimostrati comodissimi e confortevoli, anche per le lunghe camminate sulle scogliere, oltre, diciamolo, a essere molto stilosi, cosa che non dispiace mai affatto. 

 

 

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