Site icon Moto On The Road | viaggi in moto, avventure in moto, turismo in moto

Lazio e Abruzzo in moto, 2 percorsi, 1000 cose da vedere

I motociclisti romani conoscono bene gli stupendi itinerari, caratterizzati da scenari affascinanti e selvaggi, che collegano Lazio e Abruzzo. La possibilità di nuove scoperte sono infinite, si diventa un po’ esploratori, saltando da una meta all’altra senza seguire necessariamente un percorso prestabilito.

testo e foto di Amedeo Roma

[wp_geo_map]

Siamo partiti da Roma  con l’obiettivo di raggiungere la città di Pescara e tornare nella capitale sperimentando due differenti strade tra Lazio e Abruzzo.

Lazio e Abruzzo in moto – Roma-Pescara 220 km di paesaggi.

Il primo tratto lo percorriamo sull’autostrada E80, noioso, ma ci serve per scappare velocemente dalla città e immergerci il più velocemente possibile nelle bellezze naturali dell’Abruzzo. In sella alla fantastica Ducati Multistrada 1200, percorriamo circa 110 km di strada a pedaggio, poi finalmente imbocchiamo l’uscita Aielli-Celeno, e ritorniamo liberi. Qualche chilometro e raggiungiamo il piccolo paesino di Collarmele (AQ), siamo già ad un’altezza di 835 m s.l.m.. E’ abitato soltanto da circa 1000 abitanti: in realtà scopriremo lungo il nostro tour che di frequente i paesi visitati sono scarsamente popolati; e pensare che le città ormai sono diventati dei formichieri.

Lazio e Abruzzo in moto

Collarmele fa parte dei 37 comuni della Marsica.  Strada facendo ci imbattiamo nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, qui ci fermiamo anche per ammirare i numerosi aerogeneratori per la produzione di energia elettrica Eolica, monumenti moderni posizionati appena più in alto a 1.100 m s.l.m., facilmente raggiungibili tramite la Strada Statale 5.

Percorriamo proprio la SS5 apprezzando da subito  una bellissima serie di tornanti ad ampio raggio che offrono una buonissima visuale. La mia Ducati è strafelice e ringrazia, il pilota anche. Il tratto di strada, recentemente riasfaltato, ci porta fino al comune di Castel di Ieri (AQ), dove ci fermiamo per un pranzo veloce, presso il Bar Ristorante Da Lisa (tel.0864.797192), proprio all’ingresso del borgo. Il piccolo ristorante  è accogliente, pulito, adatto ai mototuristi, che apprezzano la buona cucina casalinga al giusto prezzo. Inoltre in primavera ed estate viene anche aperta una veranda estiva.

In questi luoghi esiste anche il valore umano, e far due piacevoli chiacchiere è compreso nel conto. In un angolo della parete vi sono appese diverse foto che ritraggono la storia di un aviatore, appena sotto intravedo una persona anziana, piegata sulla sedia, che guarda una parete troppo vicina ma che non sembra limitare la sua fantasia. Finito di mangiare, quell’uomo, coccolato dalle cameriere, si alza con tecnica, piegato dai suoi 94 anni, che non ne hanno intaccato però la freschezza e simpatia.  Appena il “vecchietto”  se ne va, la mia curiosità mi spinge a chiedere chi fosse quell’uomo, e scopro che le foto appese al muro ritraggono proprio lui, serg.pilota Cichella Amelio che operò a Rodi nella 162.a squadriglia caccia che fu protagonista il 10 /11/1942 di una incredibile missione su El Alamein. Colpiti in volo dalla contraerea britannica il suo aereo riportò diversi danni che lo costrinsero, insieme al suo equipaggio, a dirigersi verso Rodi solamente con l’ausilio di una bussola, visto che la strumentazione di volo non era più funzionante. La storia racconta che il velivolo fu costretto ad ammarare a causa della fine del carburante vicino alla costa turca, dove l’equipaggio venne internato per 4 giorni. Successivamente vennero liberati e Amelio continuò a prestare servizio fino agli anni 70.

È ora di visitare il Borgo medioevale di Castel di Ieri, uno dei migliori conservati delle provincia aquilana; vi si accede tramite la strada principale via Roma, stretta ed in salita, da percorrere però senza grossi problemi anche in sella ad una due ruote. Lungo il tragitto che porta fino alla torre quadrangolare nel punto più alto del centro abitato, si aprono continuamente piccoli vicoli di accesso alle case, da poter percorre a piedi e che permettono di visitare il borgo fin negli angoli più remoti. Purtroppo anche  qui il terremo ha lasciato le sue traccie, non ci sono edifici crollati, ma è evidente che molte case sono disabitate, e talvolta si scorgono le strutture di sicurezza che impediscono possibili crolli. Alla fine di via  Roma si trova la torre quadrangolare, risalente al nel XIII secolo era utilizzata come torre di avvistamento dei nemici, voluta dai Conti Celano per la loro roccaforte; purtroppo oggi è visitabile solo all’esterno.

Sempre vicino alla torre, si possono ammirare i resti della Chiesa di Santa Croce, realizzata nel XV secolo, oggi è l’unica presente nel piccolo borgo; fu completamente abbandonata al suo destino dopo il terremoto del 1915. 

Si riparte in direzione di Pescara attraverso la strada SS5 che passa per Popoli. Il percorso cambia insieme al panorama, la strada diventa più stretta, più curve e tornanti dove ci si può divertire, la Multistrada continua a ringraziare. Non ci soffermiamo troppo a visitare la città, il nostro è un viaggio alla scoperta di percorsi “gustosi” da fare in moto, e la città sta stretta sia a noi sia alla nostra compagna di viaggio a due ruote. Ci incuriosisce, però, visitare Il ponte del mare, opera dell’architetto tirolese Walter Pichler, aperta nel 2009, collega le due rive del fiume Pescara ed è lungo ben 466 risultando il più grande ponte d’Italia ciclo-pedonale.

 Lazio e Abruzzo in moto – Pescara-Campo Imperatore-Roma.

Il giorno successivo siamo pronti per ripartire, ci lasciamo alle spalle la città di Pescara, ovviamente il ritorno alla capitale sarà percorrendo un nuovo tragitto, tutto da scoprire. La nostra prima destinazione è raggiungere Campo Imperatore (AQ), certi però che durante il nostro itinerario non mancheranno certo luoghi che meriteranno la nostra attenzione. Dopo circa 40 km lungo la SS602, ci fermiamo a visitare la Chiesa di San Pietro ad Oratorium

nei pressi di Capestrano, immersa nel bosco vicina alla riva sinistra del fiume Tirino. La chiesa fondata tra l’VIII e il XI secolo dal re longobardo Desiderio, venne costruita nel 1100, è conosciuta per i suoi importanti decori interni, che purtroppo non abbiamo potuto apprezzare, visto che bisogna avvertire in anticipo il custode della struttura.

Appena qualche chilometro dopo ci dirigiamo a visitare La chiesa di Santa Maria di Centerelli, da raggiungere percorrendo un paio di chilometri di strada bianca, e affrontando anche un piccolo guado, cosa che non impensierisce assolutamente la nostra Multistrada.

La vitalità religiosa della chiesa rimase in vita fino all’unità d’Italia sul finire dell’800 nonostante risalga al 1561. Pian piano fu abbandonata, fino ad essere interdetta al culto, una prima volta il 25 luglio del 1905 e definitivamente il 19 aprile del 1935.

Si riparte, e dopo una ventina di chilometri imbocchiamo la SS17, destinazione Campo Imperatore. I chilometri passano veloci, la statale è ampia, poco trafficata, il viaggio prosegue senza intoppi. Ma da li a poco il nostro viaggio assume un valore diverso. All’arrivo nel comune Di Paganica tutto cambia, il nostro on-the road d’improvviso diventa pesante, perdiamo la spensieratezza che fin qui ci ha accompagnato. Una guerra è passata in questo comune, le bombe non sono cadute dall’alto, bensì arrivavano dal basso, creando distruzione, colpendo e distruggendo senza mancare un solo bersaglio, o quasi. Il terremo, quel maledetto sisma che nella notte del 6 aprile del 2009 ha diffuso distruzione e morti, in questo piccolo paesino ha praticamente fatto crollare l’intero centro storico. Tutto è transennato, la chiamano la zona rossa, dove non si deve accedere perché rischiosa, perché forse è meglio non vedere, non saper, dimenticare.

Lasciare tutto così ed aspettare, che un nuovo sisma, magari meno forte di quello del 6 aprile liberi completamente e definitivamente la voglia degli abruzzesi di rivedere le proprie case e la propria storia. In giro si vede qualche gru, qualche mezzo da cantiere, qualche operaio a lavoro, ma è veramente poca cosa rispetto a quello che dovrebbero essere le forze impiegate per ridar vita a questi luoghi. Oggi questi centri sono stati conquistati, loro malgrado, dai gatti e dai piccioni. Intorno c’è silenzio!

Ci lasciamo  alle spalle il comune Di Paganica, anche se ci portiamo addosso più di qualche pensiero, purtroppo non riusciamo a raggiungere la Campo Imperatore perché  in inverno la strada che porta in cima viene sbarrata, perché pericolosa. Non ci resta che guradarci intorno: il panorama è stupendo, siamo già soddisfatti.

Cambiamo itinerario e decidiamo di ritornare verso L’Aquila, dopo pochi minuti ci troviamo in prossimità del piccolo Lago di Filetto a 1376 mt s.l.m., inserito in un ampia vallata chiusa fra il monte Ruzza e il monte Rofano. Lo spettacolo è di quelli unici, i colori sono forti e la natura è selvaggia, proprio come i numerosi cavalli che corrono liberi nella vallata, per nulla preoccupati per la nostra presenza.

Si riparte, scendiamo verso valle, e attraversiamo velocemente il martoriato comune dell’Aquila, un cantiere aperto, una città da ricostruire, ci vorrà probabilmente molto tempo per ridare il giusto splendore per questa città. Prendiamo la SS4, che percorriamo fino ad Antrodoco, per poi successivamente imboccare la SS17 fino a Rieti. Il nostro viaggio prosegue con destinazione lago del Turano, e nel raggiungere questa nuova destinazione non ci facciamo mancare l’occasione di soffermarci ad ammirare la Rocca di Sinibalda.

Il monumentale Castello che domina l’intero Comune di Roccasinilbalda, costruito nel XVI come fortezza dall’architetto Baldassarre per il cardinale Alessandro Cesarini, è stato classificato nel 1928 come monumento nazionale.

Il Lago del Turano (RI)è diventato un grosso bacino idroelettrico dopo la realizzazione della diga costruita nel 1939. Lungo circa una decina di chilometri, ha la strada perimetrale di 36 km da percorrere godendo del fantastico panorama. Poco frequentato, le sue acque sono calme, si respira tranquillità. Da visitare ci sono i piccoli borghi di Colle Tora e di Castel Tora.

 

Lazio e Abruzzo dove pernottare:

Lazio

Abruzzo

Compagna di viaggio di ” Lazio e Abruzzo in moto “:

Ducati Multistrada 1200 S Touring.

In questo viaggio abbiamo avuto come compagna di viaggio la Ducati Multistrada 1200 S Touring, unica ed insuperabile per le sue caratteristiche di guida. Una vera moto, con prestazioni eccezionali, adatta al turismo anche a lungo raggio, senza perdere le caratteristiche sportiveggianti dei prodotti bolognesi.

Con un semplice click, con la quale si seleziona le caratteristiche di guida, si può decidere se guidare in modo tranquillo (Touring), in modalità aggressiva (Sport), destinazione città (Urban) e non manca neanche la possibilità di qualche puntatina off-road (Enduro).

Qui la nostra prova: http://www.moto-ontheroad.it/moto/prova-ducati-multistrada-1200-s-touring/

Exit mobile version