LUBIANA

autore Paolo Bastoni
La città vecchia è tutta un'area pedonale

Raccontare la capitale della Slovenia in quattro parole non solo non è semplice: è impossibile. Il primo suggerimento che ci sentiamo di porgere al visitatore è quello di prevedere una sosta di almeno due tre giorni per poterne non solo respirare l’aria ma anche per poter visitare alcune delle parti della vecchia città, le più suggestive.

Diciamo subito che Lubiana offre una doppia faccia: quella moderna, spesso “abbigliata” con quei tipici palazzi del periodo comunista, alti, squadrati e assolutamente anonimi che confinano e circondano un’altra Lubiana, affascinante, ricca di arte e di storia, con edifici tipici della mitteleuropa di due, tre secoli fa.

Tra le varie vicissitudini che ha dovuto affrontare nel corso dei secoli Lubiana ha visto una propria, definitiva, ricostruzione verso la fine dell’800 dopo un terremoto che la distrusse parzialmente. Dal Park Hotel del quale siamo ospiti alle sponde del fiume Ljubljanica ci sono solo cinque minuti a piedi, da qui, seguendo il lungofiume, si arriva ad una prima zona di pub e locali aperti davanti allo scorrere delle acque, cinquecento metri e ci si trova su una delle costruzioni più caratteristiche: un gruppo di tre ponti disposti a raggiera che convergono verso la strada che introduce alla Lubiana vecchia.

Una piazza si apre, alla fine della breve strada dopo i ponti, e fa da spartiacque tra il selciato dove anche le ruote della Kawa possono passare – sulla sinistra – e tutta la parte pedonale, esclusivamente pedonale che si sviluppa in una sorta di circonvallazione del cuore della città vecchia. Il palazzo del municipio (al quale mise mano quasi quattro secoli fa anche un architetto italiano, così come un suo “collega”, sempre nostro compatriota fu l’iniziale artefice dei tre ponti) è l’austero controllore del traffico.

autore Paolo Bastoni
I tre ponti in un'immagine notturna, Lubiana può contendere a pieno titolo il soprannome di "Ville Lumieree" a Parigi!

Il traffico, una breve digressione che non si limita alla città vecchia: per chi è abituato agli slalom faticosi nel traffico cittadino delle nostre metropoli, con difficili equilibrismi per conquistare una posizione un più vicina al semaforo, qui troverà il paradiso.

Lubiana non è una città densamente popolata, e le strade – quelle di maggior percorrenza sono spesso decisamente larghe – non contengono il flusso esagerato di automobili tipico delle nostre congestionatissime Milano, Roma, Napoli, ecc…

Si aggiunga a questo la civiltà e la correttezza degli sloveni nei confronti delle due ruote – come già segnalato quasi tutti si spostano di quel tanto che basta a lasciar passare la moto quando vedono nello specchietto (che usano, evidentemente!)  il faro, equilibrismi e pericolosi slalom sono qui, quindi, praticamente sconosciuti, altro particolare che segnala questa regione come meta rilassante per un motociclista…

autore Paolo Bastoni
I palazzi della città vecchia: un'eredità dall'antica mitteleuropa

Ma torniamo alla visita del centro storico: come si è detto la moto bisogna abbandonarla nella zona riservata ai mezzi a motore, se vogliamo dare almeno un’occhiata alla parte antica della città.

Se non ci lasciamo troppo coinvolgere dalle vetrine che offrono allo shopping un ben riuscito mix tra artigianato locale, libri, arte antica e moderna (per non dimenticare qualche vetrina di moda sulla quale è spesso meglio sorvolare…)e, soprattutto, per il grande numero di locali dediti alla ristorazione (è inutile chiamarli “bar” piuttosto che “ristoranti”: qui, dappertutto, è sempre possibile mangiare a qualunque ora piatti tipici dai nomi impronunciabili o, semplicemente, sedersi per bersi una birra Union) dove è bello sedersi, bere un calice di Teran – rosso ricavato da uve Refosco – o di Pikolit (tanto dobbiamo andare a piedi…) accompagnati – giusto per non farci mancare niente – da un piatto di divjačinska salama o, se si preferiscono i dolci, dai meravigliosi struklji (ma non sono facili da trovare), meravigliosi piccoli strudel lessati in un canovaccio con una procedura assolutamente singolare, questo piatto in realtà unisce dolce e salato con un risultato irresistibile!!!

Camminando per questi vicoli salta subito all’occhio un’altra peculiarità di Lubiana: l’età media dei suoi frequentatori. Come ogni città universitaria – e Lubiana lo è – ci si aspetta che la popolazione sia costituita prevalentemente da chi è ancora negli “enta” più che da coloro che sono già approdati agli “anta”, ma qui sembra essere un fenomeno ancor più spiccato, il che la rende ancor più vivace e allegra.

La città vecchia è praticamente un'isola, circondata dalle acque del fiume Ljubljanica

Come detto all’inizio Lubiana è una città che merita una sosta di qualche giorno (soprattutto se si vuole approfittare, oltre che della visita alla città, della possibile frequentazione delle numerose discoteche – molte quelle a tema – articolo molto richiesto vista l’età media di chi vive in questa città), per cui non proponiamo qua la tipica visita della città enumerando monumenti e statue (ma una visita al castello, con la funicolare che parte dalla piazza dove possiamo anche farci una gustosa cena slovena alla “gostlina” Vodnikov Hram – www.vodnikov-hram.si –  non dobbiamo proprio lasciarcela perdere), ma, più semplicemente, girare per la città liberamente, con il naso all’aria per “annusare” l’atmosfera che trasmette aromi ottocenteschi abbigliati con i vestiti del terzo millennio…

Poi la Versys ci aspetta per riprendere la strada, ciao Lubiana!

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