Prova Ducati Hyperstrada

La versione derivata della maxi motard adattata per le sparate dell’intero fine settimana, magari in due. Divertente, accessibile ( ma non per il prezzo), versatile. Il sogno Ducati per tutti i gusti diventa entry level.

Di Kiddo

Con ogni probabilità nell’ufficio marketing di ogni azienda costruttrice, quando sentono parlare di “moto intelligente” si affrettano a toccarsi per fare i debiti scongiuri. Questo perché il successo nelle vendite sembra da sempre inversamente proporzionale all’aderenza a questa definizione. Non oseremo quindi asserire che la nuova Ducati Hypestrada, presentata allo scorso Eicma, risponde all’idea di “moto intelligente”, però se riflettiamo a quante volte nei nostri “territori di caccia” (passi montani, strade belle e guidabili, ritrovi per motociclisti) ci capita di incrociare una moto sportiva, più spesso una naked o uno dei tanti recenti modelli ispirati al mondo supermotard, bicilindrici e non, con accessori che consentono una commutazione di queste moto in chiave turistica: borse morbide o semirigide, parabrezza, sella confortevole. Nei casi più spinti di conversione all’uso turistico a corto o medio raggio possiamo notare anche variazioni dell’assetto, dell’altezza da terra, della rapportatura. Spesso molti di questi interventi risultano a dir poco discutibili dal punto di vista estetico, o della sicurezza globale del mezzo per via di accessori non dedicati specificamente al modello in questione.

La nuova Ducati Hyperstrada in pratica è la versione studiata direttamente dalla Casa, assemblata e commercializzata di una Hypermotard “accrocchiata” per viaggiare.

Come ogni modello denominato “Strada” della gamma Ducati si rivolge ad un pubblico che “ama le curve” anche un po’ lontano da casa o dalle piste, quindi di interesse anche per noi di Moto On The Road.

Stiamo parlando pur sempre di una derivata dalla Hypermotard, moto adrenalinica per eccellenza, ma con numerose differenze che la rendono sfruttabile anche in coppia o per il turismo più “da manetta”, quello con il quale si va alla ricerca più di belle strade da godere che non di posti da visitare. La comodità di viaggio è assicurata dalla posizione eretta del busto, dalle sospensioni a corsa lunga che essendo poco sostenute regalano maggiore confort rispetto ad una naked normale.

La “Strada” è, nella versione “base”, più bassa di 2 centimetri rispetto alla Hyper normale, ha sella divisa, più larga per passeggero e pilota, plexiglass, paracoppa, borse semirigide, cavalletto centrale. Importante per il raggiungimento della posizione eretta i risers di 2 centimetri che alzano il manubrio, ma che inevitabilmente tolgono sensibilità sull’aventreno. Ulteriormente ribassata nelle sospensioni di 2 centimetri la versione “bassa”. Tutto questo in funzione di una ricerca di maggiore fruibilità d’uso rispetto alla Hyper normale tramite l’abbassamento del baricentro.

La Hyperstrada mantiene della sorella Motard l’indole sportiva, la leggerezza e il piacere che sa regalare nei cambi di direzione e nella guida nel misto stretto, tanto da diventare  impareggiabile quando il percorso diventa da “otto volante”. In comune conla Motard,la Strada ha anche l’elettronica e le tre mappature (sport, touring, urban) che intervengono su traction control e ABS. Con le prime due mappature si dispone di tutta la potenza, 110 cv, ma con diverse gradazioni (comunque totalmente personalizzabili) di controllo di trazione e antibloccaggio, mentre le urban è utilissima in caso di pioggia (come purtroppo abbiamo potuto riscontrare durante la nostra prova nei bellissimi scenari della Val d’Orcia) e nei percorsi cittadini, dove tocca districarsi fra strisce pedonali e pavè e la potenza tagliata a 75 cv risulta più che sufficiente.

Com’è: Forme da supermotard, anima stradale. 

Sotto l’aspetto della sorella ispirata al mondo supermoto, si nasconde una pratica entry level, ispirata più al mondo reale dei turisti del fine settimana che ai cordoli del Kartodromo.

Il family feeling con la sorellona Multistrada è immediato: il parafango anteriore che diventa un becco con le due prese d’aria, posteriore da supersportiva, estetica dominata dall’immancabile (almeno nella parte anteriore) telaio a traliccio. Paramani con frecce inglobate, plexiglass trasparente non regolabile.

el fine settimana che ai cordoli del Kartodromo., si nasconde una pratica entry level, ispirata più al mondo reale dei turisti

Le valige laterali in abs sono ben fatte, capienti e con agganci quasi invisibili quando smontate. La strumentazione, o plancia di controllo, è un LCD completo di tutte le informazioni utili alla guida; oltre alle spie di servizio è inserito un ulteriore LCD circolare che riporta le informazioni sulla mappatura utilizzata (Sport-Touring-Urban)

Il motore: Testastretta 11° DS di seconda generazione.

 Il propulsore dalla Ducati Hyperstrada è il bicilindrico ad L da 821 cc, con la caratteristica distribuzione Desmodromica a 4 valvole per cilindro, doppia accensione (Dual Spark) e raffreddamento ad aria, comunque sufficiente. Gli 11° stanno ad indicare l’angolo che forma l’incrocio valvole di aspirazione e scarico.

Sempre con l’obbiettivo di ottimizzare la combustione è stato introdotto un sistema di aria secondaria, utilizzato già sulla supersportiva 1199 Panigale, che tramite una valvola elettrocomandata, inietta a seconda delle necessità di funzionamento aria pulita nei collettori di scarico. L’aria proveniente direttamente dall’airbox permette di completare l’ossidazione degli idrocarburi incombusti, riducendo i valori di HC e CO e migliorando la regolarità di marcia.

La frizione è in bagno d’olio ed ha la funzione antisaltellamento, inoltre per diminuire lo sforzo alla leva è installato un sistema di asservimento progressivo che aumentando il coefficiente d’attrito dei dischi frizione permette di ridurre il carico delle molle spingi disco.

I miglioramenti nella progettazione e nell’utilizzo di materiali di migliore qualità ha portato ad aumentare i chilometri d’intervento manutenzione, consentendo ad esempio la registrazione delle valvole ogni 30.000 km.

Telaio e sospensioni: il traliccio amato dai ducasti. 

Il telaio della Multistrada è un traliccio anteriore con tubi di grosso diametro nella parte anteriore che garantiscono rigidezza, mentre nella posteriore abbiamo un telaietto in tecnopolimero, più flessibile e confortevole per chi sta in sella .

La forcella anteriore è una Kyaba con steli da 43 mm, mentre al posteriore è installato un monoammortizzatore Sachs con 130 mm di corsa entrambe.

L’impianto frenante prevede all’anteriore 2 dischi semiflottanti da 320 mm, con pinze Brembo ad attacco radiale a 4 pistoncini, mentre al posteriore disco da 245 mm abbinato ad una pinza a 2 pistoncini.

Elettronica: tre mappature per cambiarla di personalità. 

Elettronica semplice ed accessibile facilmente anche ai meno esperti, che comanda controllo di trazione e ABS.

Il Ride By Wire, è l’acceleratore elettronico, che permette di controllare la potenza del motore tramite una centralina elettronica.

La potenza non è più solo regalata dal cavo dell’acceleratore, ma passa attraverso la centralina, che in basa agli input registrati, comanda direttamente l’apertura dei corpi farfallati.

La guida: ispirata al motard, una naked da turismo.

Viene voglia di stringerla fra i ginocchi, buttarla dentro la curva rimanendo col busto in fuori e cercando il controsterzo come si fa con una supermoto, ma questa Hyper è a tutti gli effetti una naked piacevolissima, che stanca poco per merito di una rilassata posizione in sella. Proprio quest’ultima, purtroppo, consente di arretrare ed anche avanzare poco, limitando gli spostamenti longitudinali del pilota che non ha modo di spostare convenientemente i pesi. Per via delle sospensioni lunghe, ulteriormente allontanate dai risers rialzati, si ha uno scarsissimo feeling con la ruota anteriore, mentre il telaio tipicamente stradale della moto non invita ad alzarsi in pedi come sulle supermotard, né tantomeno a spararsi dentro a pur facili strade bianche, operazione questa che risulterebbe facilitata dalle coperture di serie, le Pirelli Scorpion Trail.

Sul misto stretto è una goduria totale, sembra di guidare una delle macchinette dell’otto volante, tanto è veloce e fulminea: ci si sente sbatacchiare a destra e sinistra senza il tempo di rendersi conto che avevamo deciso di spostare il peso. Sulle curve veloci, sporto il busto a centro curva, si piazza stabilissima sui binari, con una erogazione del motore (soprattutto in modalità Sport) regolare, splendida, trascinante, godibilissima accompagnata nelle curve a destra, quelle che preferiamo perché ospita lo scarico, con un sound basso ed emozionante. Il motore è il punto di forza di questa moto: morbido, lineare, potente, godibile. Veramente lo stato dell’arte.

Il passeggero: può starci.

Decisamente discutibile la sequenza di immagini che Ducati ha presentato in conferenza stampa dove si vede una coppia che arriva ad un ipotetico albergo in moto e coi bagagli. Lei scende, si staccano le borse, lui continua da solo per divertirsi sui bei percorsi del posto, come se non potesse essere divertente anche la guida sportiva in due, o se ne sconsigliasse tale uso. Ovviamente per divertirsi in moto in coppia bisogna essere affiatati, ma non impossibile, così come viaggiare con una sportiva, soprattutto se ha manubrio largo e si può tenere la schiena dritta.

La compagna di viaggio non vi maledirà, viaggia abbastanza comoda con un’ampia sezione di sella e con le pedane ricoperte da gomma antiscivolo.

Le maniglie di sostegno sono ampie e robuste, necessarie da utilizzare quando il pilota si “attacca” troppo ai freni, anche perché la frenata dalla Ducati all’inizio è un po’ brusca.

Il turismo: purché a corto raggio e a caccia di curve.

Non sarà la moto adatta a fare il giro del mondo, ma questo dipende da chi la guida. Il turismo che questa moto invita a praticare è quello in coppia per il fine settimana, o con la combriccola di amici per pochi giorni, sempre su percorsi divertenti.

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Colorazioni

ROSSO

BIANCO

CARATTERISTICHE TECNICHE

Motore: Bicilindrico a L di 90°

Telaio: Traliccio in tubi di acciaio

Lunghezza:  2100 mm

Altezza sella: 850 mm

Avancorsa: 104 mm

Interasse: 1490 mm

Capacità serbatoio carburante: 16 l

Peso a secco: 181kg

Peso in ordine di marcia: 204kg

 Pneumatico anteriore: 120/70 ZR 17 Pirelli Scopion Trail

Pneumatico posteriore: 180/55 ZR 17 Pirelli Scorpion Trail

Impianto frenante: con ABS di serie. Doppio disco anteriore da 320 mm e singolo posteriore da 245 mm.

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